Corso sugli psicofarmaci

Impara a conoscere gli psicofarmaci per gestire in maniera responsabile il loro utilizzo

GLI PSICOFARMACI: A COSA SERVONO E QUANDO VENGONO UTILIZZATI

Psicofarmaci : effetti e pericoli

Con il termine Psicofarmaci si fa riferimento a quella classe di farmaci psicoattivi utilizzati per il trattamento di una vasta gamma di disturbi psichiatrici e neurologici.
Cerchiamo di capire meglio a cosa servono e quand’è che vengono utilizzati.

La psicofarmacologia moderna è una storia che ha inizio negli anni ’50, anche se nei primi anni del novecento furono messi in commercio i primi barbiturici, utilizzati come calmanti e sedativi per gli stati d’ansia, l’insonnia, i crolli psicotici e le nevrosi.

Alcune tipologie specifiche di psicofarmaci possono essere prescritte esclusivamente dallo psichiatra o dal neurologo; altre invece, solo alcune, possono essere prescritte dal medico di base.

Gli psicofarmaci agiscono sul sistema nervoso centrale, interagendo con proteine, enzimi e recettori cellulari, inducendo o bloccando la loro attività, con lo scopo di modulare le caratteristiche di trasmissione del messaggio nervoso alle cellule o al cervello.

Occorre specificare che è stato notato come gli psicofarmaci tendano ad essere soggettivi nei confronti dei pazienti, difatti la terapia farmacologica riguardante lo stesso disturbo mentale può avere un esito differente tra paziente e paziente.

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Quanti psicofarmaci ci sono e quando vengono utilizzati?

Esistono 5 categorie principali di psicofarmaci:

  1. Ansiolitici
    Gli ansiolitici trattano i disturbi d’ansia, nello specifico: l’ansia generalizzata, gli attacchi di panico, i sintomi psicologici e somatici delle somatizzazioni d’ansia. I più comuni sono le benzodiazepine che sono miorilassanti, anticonvulsivanti e si consigliano per un trattamento di breve periodo.
  2. Antipsicotici
    Gli psicofarmaci antipsicotici sono anche chiamati neurolettici, e vengono adoperati per la cura di vari sintomi delle psicosi, in particolare la schizofrenia. Possono essere tipi o atipici, rispettivamente di prima e seconda generazione. Alle volte vengono utilizzati nella depressione come antidepressivi e nel disturbo bipolare come stabilizzanti dell’umore.
  3. Antidepressivi
    Gli antidepressivi si occupano di disturbi psichiatrici e non, disturbi del comportamento alimentare, disturbo borderline di personalità, depressione, distimia ecc. Il loro utilizzo è preferibile nei trattamenti a lungo termine perché non comportano tolleranza e dipendenza. I più comuni sono gli SSRI che agiscono sulla serotonina che è l’ “ormone della felicità”.
  4. Stabilizzanti dell’umore
    Vi sono psicofarmaci anticonvulsivanti che stabilizzano il tono dell’umore. Ad esempio, è stato dimostrato che i sali di litio sono in grado di controllare la mania.
  5. Stimolanti
    Questa tipologia di psicofarmaci esercita una stimolazione delle funzioni cognitive, comportamentali e psicologiche. Difatti sono utilizzati per i pazienti che soffrono di narcolessia o che presentano deficit di attenzione.

Quali sono gli effetti collaterali degli psicofarmaci?

Essendo un gruppo abbastanza ampio di farmaci, gli effetti collaterali degli psicofarmaci dipendono sostanzialmente dal tipo di principio attivo presente, dalla sensibilità del paziente al quel determinato farmaco e dalla via di somministrazione impiegata per assumerlo.
In ogni caso, la maggior parte degli psicofarmaci può portare a:

  • Disturbi gastrointestinali
  • Disturbi della visione
  • Tremori
  • Vertigini
  • Aumento del peso corporeo
  • Sindrome neurolettica maggiore
  • Ipotensione
  • Sedazione
  • Ansia
  • Nausea
  • Agitazione
  • Insonnia
  • Vertigini
  • Diminuzione della libido

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